Il tema riguarda la salute mentale in una regione che ha vissuto in prima persona la rivoluzione voluta da Franco Basaglia che ha operato a Gorizia e a Trieste.
Quadro di riferimento e analisi dei bisogni
Il progetto ha avuto una sua prima edizione nell’anno scolastico 2007/08 ed è stato ripetuto negli anni successivi, durante i quali alcune studentesse della prima edizione sono divenute tutor degli studenti più giovani.
Sono state coinvolte le classi quarte e quinte sociali e pedagogiche soprattutto perché in queste classi il tema della malattia mentale rientra nella programmazione curricolare della psicologia e delle scienze sociali, tanto che l’argomento viene spesso trattato nelle tesine per la maturità. A parere della docente però spesso la trattazione di questo argomento da parte degli studenti metteva in luce una preparazione troppo libresca e avulsa da qualsiasi coinvolgimento emotivo. La funzione strumentale per l’orientamento in uscita svolta dalla stessa docente le ha fatto notare la necessità di avvicinare anche emotivamente gli studenti a questa tematica, dato che molti del liceo delle scienze sociali si indirizzano verso una professione sanitaria.
Il progetto ha visto anche la partecipazione di altre due scuole del territorio, nelle quali vengono preparati i futuri operatori sociali: l’Istituto professionale Ceconi di Udine e l’Isis D’Aronco di Gemona.
Punto di forza del progetto è il fatto che, dagli anni ’60, la regione Friuli Venezia Giulia è stata protagonista del cambiamento, con l’attività di Franco Basaglia prima a Gorizia e poi a Trieste; cambiamento che ha portato, il 13 maggio del 1978, all’emanazione della cosiddetta legge Basaglia.La stessa città di Udine ha vissuto questo cambiamento, anche se di riflesso, in quanto, in quello che era il manicomio di S.Osvaldo, opera ancora Mario Novello, che faceva parte a Trieste del’equipe di Basaglia. In ciò è stata individuata la possibilità di andare a vedere, chiedere e parlare con operatori e utenti dell’attuale struttura di S.Osvaldo, per avere un’idea del prima e del dopo manicomio.
Finalità e obiettivi
Il lavoro intrapreso ha voluto gettare le basi per una formazione dei futuri cittadini attivi d’Europa attraverso un’informazione scevra da pregiudizi, ricca di testimonianze, operativa sul campo.
Obiettivi individuati:
- portare gli studenti delle classi prescelte a conoscenza del problema;
- fornire strumenti per il superamento del pregiudizio attraverso l’analisi di un percorso storico che ha previsto una evoluzione del concetto di malato mentale;
- favorire una più realistica percezione del malato di mente, considerandolo persona e come tale avente dei diritti;
- incoraggiare un atteggiamento di disponibilità emotiva nei confronti del malato di mente, considerando la malattia mentale non determinata da anomalie biologiche o predisposizioni ereditarie;
- verificare le eventuali modifiche dell’ atteggiamento nei confronti della malattia mentale.
Descrizione dell’esperienza
Fin dall’inizio dell’anno scolastico gli insegnanti di diritto, psicologia e scienze sociali delle classi coinvolte, ciascuno per le proprie competenze, trattano l’argomento, fornendo in tal modo un primo contributo alla complessa tematica che è la salute mentale e dando subito agli studenti la possibilità di esprimersi.
Nella prima edizione, a partire dal mese di novembre, sono stati attuati, con cadenza mensile, tre interventi mirati, tenuti dal dott. Luigi Attenasio, psichiatra e direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Roma C, che si sono configurati in una presentazione realistica delle problematiche relative al tema del progetto e che hanno fatto riferimento sia alla situazione italiana che del resto del mondo. Ciascun intervento è stato arricchito dalla proiezioni di diapositive, la visione di filmati storici, la presentazione di documenti inediti sulla storia del manicomio, dalla sua istituzione al giorno d’oggi; inoltre sono stati forniti dei suggerimenti bibliografici relativi alla storia dell’evoluzione del concetto di malattia mentale ed elementi di diritto nazionale ed europeo inerenti la tematica in discussione. In apertura e chiusura degli interventi è stato somministrato in ciascuna classe di ciascun Istituto un identico questionario, allo scopo di mettere in luce se si verificavano dei cambiamenti in relazione al concetto di malattia mentale. I questionari sono stati in seguito rielaborati e commentati dagli stessi studenti, insieme ad altri prodotti da loro realizzati a conclusione della prima parte del progetto. Inoltre alla fine di ogni intervento è stata data la consegna di rielaborare il tema nei modi ritenuti più consoni a ciascuna sensibilità, con la conseguente presentazione e discussione in seduta plenaria.
Risultati/aspetti interessanti
La rielaborazione personale del tema è stata una vera piacevole sorpresa in quanto gli studenti, in modo del tutto autonomo e a gruppi non prestabiliti, hanno dedicato molto del loro tempo andando alla ricerca della conferma di quanto era stato loro detto: c’è chi ha raccolto notizie leggendo libri conservati nella biblioteca del manicomio di S.Osvaldo di Udine, chi è andato ad intervistare il dott. Mario Novello e attuali utenti del Dipartimento di salute Mentale dell’ASS4, chi ha cercato e intervistato famiglie che hanno avuto a che fare con il problema della salute mentale, chi ha intervistato ex ed attuali operatori dei servizi. Un lavoro notevole che poi è stato allestito in modalità diverse, ma comunque originali ed accattivanti . Il momento più significativo, che ha visto gli studenti assoluti protagonisti, è stato il Convegno organizzato all’interno della manifestazione Innovaction Young: una sala gremita con più di 250 studenti accompagnati dai loro insegnanti, una scaletta studiata e presentata dagli stessi; ciascuna classe ha presentato il proprio lavoro con gradevole freschezza e nel contempo con rigorosa pertinenza su un tema ritenuto da “grandi”.
Questa esperienza ha dimostrato a tutti i partecipanti: studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, quanto siano importanti le emozioni, non solo nelle relazioni umane, ma anche nella trattazione e nella comprensione di dinamiche sociali che vanno a completare il bagaglio culturale dei giovani.
Il progetto ha poi dato l’opportunità a quattro allieve estratte a sorte della quinta A sociale dell’Istituto Caterina Percoto di partecipare ad uno stage di una settimana, visitando le strutture riabilitative del DSM dell’Asl Roma C, parlando con utenti ed operatori, pranzando in una casa-famiglia, manifestando con familiari, operatori e utenti. Questa esperienza ha significativamente cambiato la loro opinione; prima si allineava con quella comune: il matto è pericoloso, incute paura ecc. poi si è manifestata una complicità solidale straordinaria che ha comportato l’esigenza di trasmettere ad un pubblico più vasto questa esperienza. A tutti gli studenti sono state offerte anche altre opportunità di comunicare con e all’esterno questo processo di apprendimento sulla malattia mentale.
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Il progetto
Il Portale italiano per l’inclusione scolastica è una risorsa dedicata ad alunni e studenti con Bisogni Educativi Speciali, a disposizione di docenti, dirigenti scolastici e famiglie, che qui possono trovare riferimenti normativi e materiale scientifico, strumenti didattici e per la formazione, oltre che uno spazio di condivisione e confronto sulle esperienze maturate.
Il progetto - che vede il coinvolgimento attivo di istituzioni scolastiche e universitarie, società scientifiche e associazioni - è coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa.
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