Laboratorio didattico per l’inclusione.
Esperienza a classi aperte realizzata presso una scuola secondaria di primo grado, a cui sono state proposte delle attività di danza inquadramento nel loro contesto storico e sociale
Quadro di riferimento e analisi dei bisogni
L’integrazione delle diversità è uno dei punti di forza del POF dell’Istituto Comprensivo
1° “Don Bosco – Melloni” – Portici (NA). In particolare la Scuola Secondaria di primo
grado da anni è impegnata per l’inclusione scolastica delle diversità, considerandole
patrimonio e risorsa per l’intera comunità educativa. In questa prospettiva nel corso degli
anni si è mirato a consolidare i rapporti tra i pari, rafforzando l’ “effetto cordata” grazie al quale l’alunno in difficoltà è inserito all’interno di un contesto, immaginato come una
linea continua, in cui ogni ragazzo si situa in un determinato punto rispetto alle sue
capacità, che vengono così sostenute e valorizzate all’interno del gruppo dei pari, nella
prospettiva dell’apprendimento cooperativo.
Nell’ a.s. 2012/13 la scuola è diventata Istituto Comprensivo, fondendosi al limitrofo
Circolo Didattico e ha accolto nella scuola secondaria 535 alunni (di cui 14 con disabilità) provenienti da un ambiente socio-culturale eterogeneo e proprio tale eterogeneità
ha rappresentato un terreno di confronto sul quale i docenti si sono interrogati affinché
la proposta scolastica fosse improntata alla realizzazione di “ambiente educativo e di
apprendimento” per ciascuno dei suoi alunni, allo scopo di renderli partecipi di un progetto educativo i cui obiettivi sono chiaramente condivisi con tutti gli “attori” coinvolti.
Finalità e obiettivi
Quest’esperienza è la dimostrazione del fatto che il guardare “la diversità in
positivo” fa si che effettivamente la diversità diventi una risorsa per tutta la comunità.
In questa prospettiva, valorizzando l’interesse per la danza di due alunne con disabilità iscritte nella stessa classe e, forti dell’esperienza realizzata nell’ a.s. 2011/2012 con il
laboratorio di classe “S-drammatizziamo”, si è pensato di realizzare un’attività che,
partendo da un punto di forza di alunne con bisogni educativi speciali (l’interesse per il ballo) diventasse una risorsa educativa per tutta la comunità scolastica.
Lavorando sul motorio, con l’attività di danza l’alunno recupera l’immagine di sé,
lo schema corporeo e si attivano i neuroni mirror fondamentali nella comunicazione non
verbale e per entrare in empatia con gli altri e quindi si fa un lavoro neuropsicomotorio
sul soggetto disabile che migliora le funzioni dell’asse affettivo relazionale, motorio e
cognitivo.
Presupposto teorico di tale approccio è una psicologia unitaria della persona che
considera l’individuo come un sistema circolare valorizzando anche l’esperienza di
gruppo. Conseguenza ne è una pedagogia attiva attraverso un’impostazione
metodologica basata sulla didattica laboratoriale e il cooperative – learning.
Gli obiettivi generali del progetto sono stati:
- Favorire l’integrazione e la valorizzazione delle diversità attraverso la partecipazione di alunni con bisogni educativi speciali accompagnati da compagni di classe con funzione di tutoraggio coinvolti a rotazione
- Realizzare un “ambiente educativo e di apprendimento” in cui ciascun alunno diventa partecipe di un progetto educativo i cui obiettivi sono chiaramente condivisi con tutti gli “attori” coinvolti
- Valorizzare le capacità di ciascun partecipante, promuovendo l’effetto cordata, per il quale l’alunno in difficoltà è inserito all’interno di un contesto, immaginato come una linea continua, in cui ogni ragazzo si situa in un determinato punto rispetto alle sue capacità, che vengono così sostenute e valorizzate all’interno del gruppo dei pari, nella prospettiva dell’apprendimento cooperativo. In tal modo la presenza dell’alunno con disabilità diventa un’occasione di arricchimento educativo per tutta la classe.
Gli obiettivi formativi per gli alunni sono invece stati:
- Saper interagire e socializzare anche con compagni di classi diverse
- Acquisire la consapevolezza del proprio ruolo e contributo nel gruppo
- Acquisire la capacità di esprimersi e comunicare attraverso il corpo e il movimento
- Comprendere come l’evoluzione della cultura musicale sia strettamente legata all’evoluzione storica.
Descrizione dell’attività
Ballando con la storia è un’attività a classi aperte nella quale si coniuga il curricolo di storia ad un’attività coinvolgente e gratificante. La danza è, dunque, uno spunto per offrire agli alunni la possibilità di coniugare “conoscenze” e “corporeità”, fornendo loro
l’opportunità di esprimersi attraverso il corpo e il movimento. Si è cominciato partendo
da sé, dalle proprie esigenze, dalle proprie sensazioni, dalla semplicità di gesti quotidiani,
per sviluppare una semplice coreografia coerente con i diversi momenti storici
rappresentati, realizzando un prodotto finale che include tutti, basato sul dialogo
motorio con l’altro, il gruppo, lo spazio, la musica…
Al laboratorio hanno partecipato 6 alunni con disabilità e 34 compagni di classe coinvolti a rotazione, in grado di svolgere un ruolo di guida e di tutoraggio.
La scelta dei compagni tutor è stata effettuata dai Docenti di sostegno, in accordo con il Consiglio di Classe.
Cinque quadri coreografici relativi alle seguenti danze:
– Danze tribali
– Danze medievali
– Il minuetto
– La tarantella
– L’hip-hop
Per ogni quadro coreografico è stata proposta sempre la seguente struttura:
– Accoglienza alunni e socializzazione degli obiettivi del progetto.
– Inquadramento storico e significato della danza in quello specifico contesto culturale.
– Costruzione coreografia (utilizzando anche eventuali suggerimenti degli alunni).
– Costruzione scenografia e ricognizione costumi.
– Redazione e registrazione di testi.
– Registrazione del ballo.
Manifestazione finale inserita nella “Festa della scuola” a fine anno scolastico e socializzazione dell’esperienza con tutta la comunità educativa e i genitori.
Risultati/aspetti interessanti
I risultati raggiunti si possono considerare soddisfacenti, in quanto tutti gli alunni hanno trovato il lavoro interessante e gradevole, sia per i contenuti proposti, sia per la metodologia utilizzata; tutti hanno dichiarato di aver trovato piacevole condividere le proprie idee con i compagni, di sentirsi più solidali con gli altri e di aver compreso che il lavoro di gruppo può essere più proficuo del lavoro individuale, se c’è la collaborazione fattiva di tutti. In definitiva la partecipazione al progetto, anche se è costata molto in termini di energie spese e di tempo impiegato, ha gratificato tutti i docenti, che malgrado le difficoltà quotidiane credono ancora nella valenza della propria azione educativa.
Fattori che agevolano la replicabilità della pratica
L’esperienza condotta ha rappresentato un momento di crescita per gli allievi coinvolti, che, attraverso l’impiego di tecniche di apprendimento cooperativo e tutoring, si sono sentiti protagonisti e partecipi di un’attività altamente significativa, contribuendo ciascuno con le proprie capacità a realizzare un prodotto complesso. In questo progetto sono pertanto presenti quegli elementi, caratterizzanti un progetto didattico, che ne garantiscono la replicabilità:
– forte collaborazione fra tutti gli insegnanti di base (che hanno favorito la partecipazione degli alunni) e le insegnanti di sostegno che proponevano il progetto;
– significatività dell’apprendimento, con la partecipazione ad un’iniziativa riconosciuta e visibile nella scuola;
– presenza di metodologia fortemente caratterizzata da strategie relazionali e metacognitive;
– relazioni inclusive e solidali tra pari
– apprendimento cooperativo in piccoli gruppi eterogenei, con attiva partecipazione degli allievi con disabilità;
– stretto raccordo tra POF e programmazione di classe con ricadute valutabili dal Consiglio di classe;
– stretta relazione con le famiglie, allo scopo di valutare la ricaduta degli interventi anche in funzione del progetto di vita dei singoli alunni.
Questa esperienza è stata presentata nel corso del 9°convegno internazionale “La qualità dell’integrazione scolastica e sociale”, promosso dal Centro Studi Erickson di Trento, dalla dott.ssa Annamaria Improta, in collaborazione con Ida Colonna e Marina Salzano
Parole chiave
Inclusione, Disabilità, BES, DSA, integrazione, informatica, laboratorio, danza, apprendimento significativo, linguaggi alternativi
Contatti
Annamaria Improta: a.improta18@gmail.com
Link
- Relazione del progetto presentata al 9°convegno internazionale “La qualità dell’integrazione scolastica e sociale
http://www.convegni.erickson.it/qualitaintegrazione2013/atti/100.pdf
- Video del progetto
- Sito web della scuola
http://www.ic1donboscomelloni.gov.it/
Il progetto
Il Portale italiano per l’inclusione scolastica è una risorsa dedicata ad alunni e studenti con Bisogni Educativi Speciali, a disposizione di docenti, dirigenti scolastici e famiglie, che qui possono trovare riferimenti normativi e materiale scientifico, strumenti didattici e per la formazione, oltre che uno spazio di condivisione e confronto sulle esperienze maturate.
Il progetto - che vede il coinvolgimento attivo di istituzioni scolastiche e universitarie, società scientifiche e associazioni - è coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa.
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