Esperienza realizzata nell’A.S. 2011/2012 presso tre sezioni di una scuola dell’infanzia della provincia di Trento e nata come modulo di supporto progettuale a sostegno delle pratiche inclusive per bambini affetti da disturbi dello spettro autistico.
Quadro di riferimento e analisi dei bisogni
All’interno delle proposte formative promosse dal Servizio Infanzia e Istruzione del Primo grado -Ufficio Infanzia – rivolte agli insegnanti delle scuole dell’infanzia della Provincia Autonoma di Trento si è proposto il percorso formativo “I disturbi dello spettro autistico”.
Nata come modulo di supporto progettuale a sostegno delle pratiche inclusive per bambini affetti da questa problematicità, la proposta si è rivolta a un gruppo di insegnanti che quotidianamente avevano a che fare con la stessa ed ha visto un monitoraggio assistito in una scuola dell’infanzia
provinciale. In questa sede infatti la problematica dello spettro autistico interessava ben 3 bambini di età eterogenea con coinvolgimento di tre gruppi sezionali. Per il percorso vi è stata un’attiva collaborazione con il Laboratorio di diagnostica funzionale, che, nella persona della professoressa Venuti e dei suoi collaboratori, ha seguito sia la formazione che la gestione degli interventi a scuola atti a favorire l’inclusione di questi bambini all’interno delle sezioni.
Finalità e obiettivi
Il percorso, oltre a fornire maggiori elementi di conoscenza riguardo a indicatori e caratteristiche tipiche delle problematiche correlate all’autismo, mirava ad analizzare i fattori di contesto, ambientali e relazionali, che intralciano o facilitano la presa in carico delle situazioni riflettendo sui
risvolti emotivi e relazionali che investono l’adulto in situazione.
In particolare nella scuola individuata si trattava di sostenere l’intervento degli insegnanti nell’individuazione di buone prassi atte a implementare il processo inclusivo.
L’intero percorso formativo si è strutturato in:
- momenti di lezione teorica, necessari a fornire elementi di conoscenza della problematica dello spettro autistico, storia diagnostica, epidemiologia, cause e comportamenti tipici;
- analisi e discussione di casi, volti a inquadrare le problematiche connesse allo spettro autistico e le manifestazioni tipiche;
- osservazioni riportate dalla scuola su atteggiamenti, comportamenti, aree compromesse;
- discussione di strategie didattiche, di accorgimenti metodologici, di modelli di intervento efficaci;
- prova sul campo delle buone prassi e verifica
Descrizione esperienza
Il percorso, a partire da una definizione del soggetto con disturbi dello spettro autistico quale persona con difficoltà sostanziali nel campo del condividere, comunicare e nell’espressione di interessi ed attività, è andato a ricercare le strategie e le tecniche più idonee per superare le difficoltà che manifesta il singolo soggetto. Operativamente le fasi di lavoro hanno previsto:
- osservazione e conoscenza del bambino e del contesto per definire punti di forza e di debolezza;
- costruzione della relazione;
- strutturazione dell’ambiente ed individuazione degli obiettivi;
- definizione di obiettivi specifici e minimi su cui lavorare con attività designate
Particolarmente importante è risultata essere la fase di costruzione della relazione attraverso una reciproca conoscenza mirata a sospendere l’azione, a creare una “calma attesa”, a individuare i modi per entrare in relazione con il bambino. Prioritario in tal senso l’individualizzazione del rapporto, l’instaurarsi di una stretta relazione fra insegnante e il bambino in modo da individuare aperture e chiusure, cogliere stereotipie, verbalizzare e dare significato ai suoi movimenti.
Operativamente si sono sperimentati materiali necessari per creare un ponte (es. la palla) e giungere alla condivisione del piacere, di azioni sul corpo e alla verbalizzazione delle sensazioni provate.
Altrettanto rilevante la strutturazione dell’ambiente, per ridurre il caos, per facilitare la percezione, la sensorialità e le modalità interattive.
Si sono analizzati gli spazi organizzati all’interno delle sezioni, le attività proposte e si è posta particolare attenzione a:
- strutturazione dello spazio con zone fisse e prevedibili per il bambino, tavoli disposti in un particolare modo;
- strutturazione della giornata (calendari con la scansione delle attività che il bambino andrà a compiere proprio per limitare l’imprevedibilità)
Relativamente alla didattica, si è infine puntata l’attenzione su strategie individualizzate, su sviluppo delle competenze comunicative e linguistiche (immagini, tombole, memory, gesti), su sviluppo delle competenze sociali
(relazioni di piccolo gruppo, alternanza dei turni, condivisione di regole, giochi di piccolo gruppo, esperienze di psicomotricità).
Risultati/aspetti interessanti
Le insegnanti hanno sottolineato un nuovo modo di cogliere la problematicità del bambino, di leggere i suoi comportamenti, di parlarne con i genitori. A livello di prassi vi è una risposta molto positiva relativa allo stare a scuola del bambino, che, da un rifiuto iniziale della relazione, si è gradualmente aperto prima con l’insegnante e poi, forte di questa relazione, con un piccolo gruppo
di compagni. Particolarmente efficace la strutturazione dello spazio e del tempo come buone prassi per contenere l’emotività del bambino e conseguentemente per migliorare il processo inclusivo.
Fattori che agevolano la replicabilità della pratica
All’interno della scuola dell’infanzia si ravvisano sempre più situazioni di particolare complessità e l’aver ragionato con un esperto del settore su prassi da perseguire nella quotidianità per favorire i processi di crescita dei bambini con spettro autistico ha permesso di acquisire una nuova presa di
coscienza professionale e la possibilità di utilizzare/trasferire queste metodologie anche con gli altri bambini. La prevedibilità delle azioni ad esempio è un presupposto importante per aiutare tutti i bambini a vivere con tranquillità le azioni quotidiane e la simbolizzazione (scansione della giornata)
aiuta sicuramente in tal senso.
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Questa esperienza è stata presentata nel corso del 9°convegno Internazionale “La qualità dell’integrazione scolastica e sociale”, promosso dal Centro Studi Erickson di Trento, da Caterina Fruet e Miriam Pintarelli
Parole chiave:
autismo, formazione, osservazione
Contatti:
Caterina Fruet: caterina.fruet@provincia.tn.it
Link:
- Slide presentate al 9°convegno Internazionale “La qualità dell’integrazione scolastica e sociale”
http://www.convegni.erickson.it/qualitaintegrazione2013/atti/66.pdf
Il progetto
Il Portale italiano per l’inclusione scolastica è una risorsa dedicata ad alunni e studenti con Bisogni Educativi Speciali, a disposizione di docenti, dirigenti scolastici e famiglie, che qui possono trovare riferimenti normativi e materiale scientifico, strumenti didattici e per la formazione, oltre che uno spazio di condivisione e confronto sulle esperienze maturate.
Il progetto - che vede il coinvolgimento attivo di istituzioni scolastiche e universitarie, società scientifiche e associazioni - è coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa.
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