L’insegnamento in videoconferenza in un caso di SMA1
Quadro di riferimento e analisi dei bisogni
Il territorio di San Biagio di Callalta, comune in rapida evoluzione economica, rappresenta una realtà territoriale complessa ed in continua evoluzione sotto il profilo sociale, umano ed economico. Il crescente incremento demografico ha portato ad un inurbamento consistente che ha stravolto in molte zone la tipicità prettamente rurale con ricadute non sempre positive sulla possibilità di avere solidarietà parentale.
Oltre alla scuola primaria e secondaria di primo grado ci sono strutture private storicamente radicate nel tessuto socio-ambientale con le quali si mantengono rapporti di collaborazione. In questi ultimi dieci anni è aumentato in modo esponenziale il numero di alunni stranieri le cui famiglie si sono insediate nel territorio.
L’esperienza di insegnamento in videoconferenza matura all’interno di un gruppo classe le cui dinamiche relazionali hanno dovuto subire continui assestamenti a causa di nuovi inserimenti ma anche di compagni che si sono dovuti trasferire in altre scuole. La necessità di progettare l’insegnamento in videoconferenza è nato dal fatto che nelle classi descritte è inserita una bambina affetta da una grave malattia altamente invalidante che non le consente di frequentare gli ambienti scolastici. L’alunna è seguita a casa dall’insegnante di sostegno per dodici ore.
Si sarebbe potuto scegliere di limitare le attività didattiche all’aspetto puramente cognitivo affidando il percorso scolastico esclusivamente all’insegnante domiciliare, ma si è invece puntato a valorizzare la dimensione sociale e relazionale fortemente convinti che solo in tale contesto vi possa essere vero apprendimento.
Finalità e obiettivi
- garantire all’alunna disabile l’accesso e la partecipazione attiva a qualunque proposta didattica e a tutti i momenti della vita scolastica in generale;
- far sperimentare a tutti i bambini della classe le potenzialità che il mezzo informatico offre per quanto riguarda le comunicazioni interpersonali;
- costruire relazioni socialmente positive tra i bambini fisicamente in classe e l’alunna virtualmente presente.
Descrizione dell’esperienza
L’esperienza scolastica è iniziata fin dalla prima classe, in principio con un piccolo gruppo in continuità con la scuola dell’infanzia, ed ha posto positivamente le basi al lavoro successivo. Infatti, in classe seconda, tutta la classe per circa un’ora e mezza ogni giorno ha avuto la possibilità di confrontarsi con S. attraverso la videoconferenza. Attualmente , in terza, l’intervento riguarda quasi l’intera mattinata.
Nel corso di questi primi tre anni di lavoro assieme si è passati da un’iniziale partecipazione marginale ad una presenza sempre più consistente, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, della videoconferenza nell’economia dell’organizzazione delle attività didattiche. La necessità di far “incontrare” i tempi e le strategie metodologiche dell’insegnamento in videoconferenza con quelli delle lezioni frontali ha determinato una rivisitazione delle varie aree disciplinari, nel senso di privilegiare argomenti e attività che mettessero sempre al centro le capacità di cooperazione degli alunni, stimolando le abilità di ascolto e rielaborazione degli stimoli provenienti “dall’altro”. Questa nuova modalità di lavoro ha sollecitato una presa di coscienza sempre maggiore rispetto ai vari stili cognitivi e alle competenze di ogni singolo alunno spingendoci a valorizzarne le specificità. Evidentemente, in questo contesto, acquistano una valenza prioritaria anche tutte quelle esperienze non direttamente codificabili come scolastiche (es. scambi epistolari anche spontanei, uscite nel territorio, visite occasionali di S. a scuola, ecc.).
Di fondamentale importanza è la totale collaborazione della famiglia dell’alunna disabile che durante tutto il percorso ha sempre messo a disposizione del progetto le proprie alte competenze sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico informatico che l’aspetto didattico (la madre dell’alunna è un’insegnante di scuola primaria).
Alla base di questo nuovo modo di fare scuola c’è sempre una notevole collegialità, una corresponsabilizzazione e una condivisione forte delle scelte: insegnanti di classe e di sostegno, senza distinzione se non di funzioni.
Con la collaborazione di tutto il team è stato possibile elaborare questo progetto didattico che ha una sua identità marcata, distinta, e un valore inequivocabile. Sia che si tratti di una semplice lezione in classe, di un lavoro in piccolo gruppo, di uscite didattiche o di esplorazione del territorio in ogni caso c’è uno sfondo che raccoglie, dà senso, fornisce identità e finalizzazione alle attività.
Il collegamento in videoconferenza prevede, attualmente, l’utilizzo di:
- pentium 4;
- 512 Mb di RAM;
- Velocità del microprocessore 2GHz;
- Sistema operativo Windows XP;
- Collegamento internet adsl;
- 2 webcam;
- 1 scanner;
- 1 stampante;
- 1 carrello-scrivania per il trasporto
Il programma utilizzato per la videoconferenza è Comunicare Pro, un software della Telecom che consente un collegamento di massima sicurezza in termini di protezione da attacchi esterni di utenti non autorizzati alla visualizzazione delle immagini. Il programma attualmente è finanziato per metà dal comune di San Biagio e per metà dai genitori di S.
La velocità del collegamento di cui disponiamo non è ottimale per garantire livelli qualitativi adeguati dell’immagine che si invia a casa e che si riceve da essa. Capita molto spesso, quasi quotidianamente, che per evitare che si accumulino diversi secondi di ritardo nel collegamento, si debba scegliere dal programma utilizzato per la videoconferenza, di ricevere le immagini da casa in bassa qualità con conseguente scarsa qualità dell’audio percepito dall’alunna e scarsa qualità del video che non consente un facile riconoscimento dei volti dei compagni.
Le due web-cam sono generalmente orientate in modo da inquadrare sia la lavagna che il gruppo classe. Non è possibile avere attive entrambe le immagini contemporaneamente quindi da casa bisogna, all’occorrenza, decidere quale web-cam utilizzare.
Lo scanner dà la possibilità di inviare in tempo reale copia del materiale che viene utilizzato durante la lezione e la stampante consente di ricevere altrettanto rapidamente le schede di lavoro che S. esegue e spedisce alla classe con la posta elettronica. È utile sottolineare che qualunque scheda di lavoro utilizzata in classe può essere utilizzata anche da S., ma il materiale va tutto predisposto per un facile e autonomo utilizzo; per questo motivo è necessaria una puntuale e corretta progettazione delle attività che si svolgeranno al fine di consegnare alla bambina il materiale in tempi utili ad effettuare le necessarie modifiche per renderlo fruibile. Come è ovvio i tempi di S. sono più lunghi rispetto a quelli dei suoi compagni soprattutto per quanto riguarda le operazioni di lettura e di scrittura. Per questo motivo le schede su cui lavora vengono via via adattate in modo che i tempi possano essere sensibilmente ridotti. Ad esempio, un testo buco con suggerimento delle parole da inserire viene predisposto in modo tale che queste siano “trascinabili” negli spazi vuoti. In una scheda di lavoro dove si chiede che vengano messe in relazione delle immagini con le didascalie corrispondenti, vengono predisposte delle frecce già pronte che S. dovrà semplicemente posizionare dove vuole. Allo stesso modo, una scheda di lavoro di matematica dove figurino delle operazioni in colonna, va predisposto con delle semplici caselle di testo posizionate dove la bambina andrà a scrivere il suo risultato. Un’ attività di lingua inglese potrebbe richiedere la coloritura di immagini seguendo la voce guida dal cd in dotazione al libro di testo: in questo caso le immagini vengono tagliate dalla scheda di lavoro, salvate all’interno della cartella di un programma di disegno dalla quale S., poi ,può colorarle e rincollarle sulla scheda originale. Questi sono solo alcuni degli esempi delle infinite possibilità che il computer può fornire per ovviare alle necessità dell’alunna. Il computer di S., e quello in dotazione alla scuola, dispongono di tre programmi che sono diventati fondamentali per il nostro lavoro assieme: il Microsoft Word (programma per l’elaborazione fogli di testo), Il Microsoft Picture it! (programma per l’elaborazione di foto e immagini) e il Tux Paint (programma per disegno e coloritura, molto più semplice, fruibile e accattivante del classico Paint, tra l’altro si scarica gratuitamente da internet).
Il collegamento viene attivato alle ore 9.00 in forma “passiva”: S. guarda e ascolta la classe senza essere vista né partecipare alla lezione in quanto nelle prime ore del mattino è impegnata in una serie di trattamenti igienico-sanitario-riabilitativi. Questa forma di collegamento è utile perché consente all’alunna di passare gradatamente alla dimensione “scuola” partecipando alla lezione in veste di uditrice. Dopo la ricreazione, alle 10.10 circa, l’insegnante di sostegno si reca a casa dell’alunna e la videoconferenza diventa “attiva”. Si salutano la maestra e i compagni che hanno la possibilità di scambiare qualche chiacchiera con S. sugli ultimi accadimenti e, da questo momento la bambina interagisce con tutta la classe partecipando attivamente alla lezione e all’attività proposta.
In conclusione, al termine delle nostre verifiche possiamo affermare che si sono raggiunti i seguenti risultati:
- Gli alunni della classe hanno una precisa percezione della presenza di S. nel quotidiano della classe (es. individuano il banco di S.; se vengono distribuiti avvisi e/o comunicazioni da portare a casa si ricordano sempre di destinarne una copia per la compagna a casa; sempre più spesso si parla di S. anche nei momenti oltre la videoconferenza; ne riconoscono le competenze soprattutto per quanto riguarda il mezzo informatico; la scelgono nei lavori di gruppo; spesso preparano spontaneamente disegni e biglietti per la loro compagna; ecc.);
- I bambini hanno acquisito i tempi della comunicazione mediata e sanno posizionarsi correttamente rispetto alla webcam;
- Sperimentano quotidianamente l’importanza delle TIC anche negli scambi spontanei (es. biglietti d’auguri di compleanno, ecc.);
- è oggettivamente rimasta ancorata alla vita sociale della classe interiorizzandone i ritmi al punto di chiedere giustificazioni a compagni ed insegnanti per eventuali ritardi nel collegamento;
- Si interessa, chiedendone ragione, alle dinamiche anche conflittuali e ai piccoli avvenimenti della classe;
- Riconosce il tempo scuola come tempo specificatamente dedicato alle attività didattiche senza più farsi distrarre dalla familiarità dell’ambiente in cui si trova riconoscendo l’ufficialità del momento.
Risultati/aspetti interessanti
Sogniamo che le vengano assegnate più ore di sostegno perché sarebbe molto importante, anche “solo” per lo sviluppo dell’aspetto della socialità, che l’insegnante potesse, come negli anni precedenti, essere anche presente qualche ora in classe facendo da ponte affettivo e relazionale tra S. e i suoi compagni. Non di meno, ovviamente, sarebbe molto più semplice tenere il filo conduttore di tutte le attività che vengono svolte in classe riuscendo, in questo modo, a coinvolgere S. in modo talvolta più significativo alle varie proposte didattiche. I genitori di S., con il sostegno e la solidarietà dell’intera comunità del territorio di appartenenza, hanno realizzato per noi il sogno di avere un computer più veloce che quantomeno riduca alcuni dei problemi che si presentano quotidianamente con il collegamento internet, ricordo che un buon collegamento è alla base della riuscita di qualunque attività di videoconferenza. Questo computer verrà utilizzato a partire dal prossimo settembre. Speriamo, in un futuro non troppo lontano, di poter acquistare una webcam che darebbe la possibilità a S. di decidere cosa guardare in classe spostando da casa, autonomamente, l’inquadratura. Sarebbe come avere gli occhi in classe! Infine, speriamo che questo lavoro possa costituire una sorta di guida in aiuto a chiunque si approcci a questo tipo di esperienza. Speriamo di aver reso sufficientemente palese che la videoconferenza non stravolge in alcun modo la didattica dei docenti ma anzi la arricchisce, davvero.
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Il progetto
Il Portale italiano per l’inclusione scolastica è una risorsa dedicata ad alunni e studenti con Bisogni Educativi Speciali, a disposizione di docenti, dirigenti scolastici e famiglie, che qui possono trovare riferimenti normativi e materiale scientifico, strumenti didattici e per la formazione, oltre che uno spazio di condivisione e confronto sulle esperienze maturate.
Il progetto - che vede il coinvolgimento attivo di istituzioni scolastiche e universitarie, società scientifiche e associazioni - è coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa.
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